Dal catalogo della mostra “Amnesia” (Alessandria) del 1985

di Dino Molinari

L’avventura di Pace è vissuta all’interno della propria vicenda personale, portando costantemente i segni di una fatica e di una soggettiva compromissione. Nonostante le digressioni, le varianti, le sperimentazioni policentriche, rientra sempre, nel perimetro di se stesso e la sua storia non è che un unico viaggio intorno alla propria stanza, un’esperienza totalmente cresciuta dal di dentro.

La misura di Pace coincide con la propria rarefazione-, per cui non sembri arbitrario porla nell’ottica della parabola del “soffiatore di vetro”, al quale Goffried Benn affida l’immagine-simbolo dell’artista creatore dell’effimero e dell’inesistente. Il soffiatore di vetro è il plasmatore di forme suscitate dal nulla, toccate dalla perfezione della propria inconsistenza. Per questa condizione Goffried Benn ne fa un valore assoluto, emblema della vita stessa che non ha senso e che non ha neppure esistenza, in una realtà che mostra i segni della disgregazione e della rovina.-” Il fluido incandescente del vetro e quindi  il colpo di cannula, un respiro- e poi le fragili pareti, avvolte solo da una trama d’ombra e luce. Forse che tutto non è altro che suono su cui, giocando, andiamo in cerca di dei? “…Tu ti ritrai fra le ombre, ma qualcosa di te rimarrà ancora. E se anche nel tuo caso non si tratta che di vasi e di vetri che il  tuo soffio distacca, non dei profondi rilievi e delle fughe di figure, se anche nel tuo caso si tratta solo di pezzi fragili, pure soffermati anche tu nel paese in cui ti traggono i tuoi fragili sogni e in cui tu esisti per portare a perfezione, in silenzio, le  cose che ti sono state affidate”

DINO MOLINARI